Carlo Emilio Gadda pubblicò i suoi scritti in modo frammentario: molti apparivano a distanza di anni dalla stesura, altri rimanevano abbandonati in riviste e giornali. Oggi che la figura di Gadda si rivela sempre più dominante nella letteratura italiana del nostro secolo, la sua opera ci riserva ancora molte sorprese. In questo volume Dante Isella ha riunito otto racconti finora dispersi in varie riviste e pubblicazioni (fra il 1920 e il 1972), quindi pressoché ignoti. Sono testi spesso di altissima qualità, nei quali Gadda opera soprattutto su due registri. Il primo è quello grosso modo autobiografico, dove lo vediamo lanciarsi in trascinanti elucubrazioni esemplificate innanzitutto dalle «bizze» del racconto che dà il titolo al libro, rivolte «contro Semiramide, lo sciacquone, i cilindri zincati, larchitetto Gutierrez e il fisico Wollanston» o, altrove, in esilaranti divagazioni, come quella sullarchitettura brianzola, dove si sente pulsare tutta la furia compressa del Gadda lombardo. Il registro giallo-poliziesco, invece, è rappresentato da un singolarissimo, fosco racconto, La passeggiata autunnale, che risulta essere la prima prosa narrativa di Gadda, seguìto da un intero capitolo escluso dal Pasticciaccio e da una magistrale storia di truffa allitaliana, narrata con la concisione dellepigramma. Completa il volume una Bibliografia che rende conto di tutta la varia, dispersa collaborazione di Gadda a giornali, riviste e altre pubblicazioni occasionali.
Per il sottotenente Gadda, che l’aveva auspicata come «necessaria e santa», la Grande Guerra si rivela uno scontro durissimo. Più ancora che con il nemico, con ciò che scatenava in lui un’indignazione così violenta da sfiorare la «volontà omicida»: la meschinità della «vita pantanosa» di caserma, che spegne...
A cura di Paola Italia
Con una nota di Eleonora Cardinale
«Saint-Simon era uno dei suoi autori prediletti e anche il cardinale De Retz» ricorda Giulio Cattaneo, testimone degli anni di Gadda alla Rai. Sicché «guai a toccargli gli storici francesi soprattutto quando le critiche erano mosse da storici italiani, così noiosi al loro confronto, senza spirito, senza il gusto del pettegolezzo» – nonché più inclini...