Maigret procedeva con estrema cautela e aveva l’impressione di camminare sulle sabbie mobili. Non poteva andare troppo in fretta. Una parola sbagliata e il ragazzino si sarebbe irrigidito, e a quel punto non gli avrebbe più cavato fuori niente.
«Soffri perché non sei come gli altri?».
«E perché sarei diverso dagli altri? Chi gliel’ha detto?».
«Immagina che io abbia un figlio che va a scuola, che gioca per le strade del quartiere. I suoi compagni direbbero:
«“È il figlio del commissario!”.
«E lo tratterebbero in modo diverso dagli altri. Mi capisci?
«Tu sei il figlio del maestro».
Il ragazzino lo guardò più a lungo, con maggiore insistenza.