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Emilio Cecchi

I grandi romantici inglesi

Piccola Biblioteca Adelphi, 126
1981, pp. 471
isbn: 9788845904752

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SINOSSI

L’Inghilterra di Coleridge e Wordsworth, di Byron, di Shelley, di Keats: questa terra mirabile della letteratura, piena di risonanze, ibridazioni e intrecci, questo variegato paesaggio della sensibilità si aprì al giovane Emilio Cecchi all’inizio della sua lunga vita letteraria: fu un incontro decisivo, da cui nacque questo libro, che molti ritengono il suo più bello. «Formatami la visione complessiva di uno scrittore, stendere subito e di colpo questa visione: ciò darà l’intimità al lavoro: farà il suo colore tutto particolare, poeticamente critico». Questo era il «metodo» che Cecchi si era scelto, come troviamo annotato in un suo taccuino del 1912. E si può dire che gli restò fedele.
Essere eminentemente mimetico, Cecchi operò sempre per appropriazione violenta verso gli autori che amava: la critica era, in quei casi, una forma di oscura simbiosi. E i «grandi romantici inglesi» gli servirono a fissare in immagine il suo lato ‘abissale’, quel lato di tenebra romantica così insolentemente esotico all’interno della letteratura italiana che Cecchi stesso tenterà a volte, e invano, di celarlo dietro il nitore toscano.
Quest’opera accompagnò Cecchi per tutta la sua vita di scrittore: pubblicata nel 1915 col titolo Storia della letteratura inglese del secolo XIX, fu ripubblicata dall’autore nel 1961 con il titolo attuale, rivista e accresciuta. In essa troviamo in certo modo la condensazione di tutto Cecchi: da una parte il primo orchestrarsi, carico di cromatismo, di una prosa magistrale; dall’altra l’imponente sperpero di intuizioni critiche acutissime, magari accennate per scorcio in poche righe, come accade in quei libri che hanno il principale difetto di essere troppo ricchi.

Volumi dello stesso autore
Emilio Cecchi, Gianfranco Contini

L’onestà sperimentale

Chi abbia letto il profilo che nel 1968 Contini dedicò a Cecchi nell’ambito della Letteratura dell’Italia unita non può che essere rimasto colpito dagli accenti di ammirazione che percorrono, quasi un fremito sottocutaneo, una prosa critica per solito non meno densa che controllata: «Sorse perciò quel particolare genere...
A cura di Paolo Leoncini
La collana dei casi, 46
2000 / pp. 175 / € 25,00  € 23,75
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Emilio Cecchi

Messico

Nel 1930, Cecchi insegnava in California. Pensò di scendere verso il Messico. Fu un viaggio infero, anche se il viaggiatore tentava di nasconderlo, con la sua urbanità ironica e nemica dell’enfasi. Ma si accorse subito che nessun sapido detto toscano avrebbe potuto arginare l’invadenza delle visioni. A Hollywood, il suo sguardo si sofferma su Buster...
Piccola Biblioteca Adelphi, 173
1985 / pp. XVI-177 / € 14,00  € 13,30
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Emilio Cecchi, Mario Praz

Carteggio Cecchi-Praz

Nel marzo 1921 Emilio Cecchi, già autore di alcuni dei suoi saggi più importanti, ricevette da un giovane fiorentino, Mario Praz, alcune prove di traduzione da poeti inglesi. Così cominciava un’amicizia letteraria che sarebbe durata più di quarant’anni ed è testimoniata in questo Carteggio, prezioso non solo per...
A cura di Francesca Bianca Crucitti Ullrich
La collana dei casi, 15
1985 / pp. XXV-158 / € 12,00  € 11,40
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