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Henri-Pierre Roché

Jules e Jim

A cura di Ena Marchi

Biblioteca Adelphi, 188
1987, 6ª ediz., pp. 246
isbn: 9788845902611

Temporaneamente non disponibile
IN COPERTINA
Philiph Wilson Steer, Giovane donna sulla spiaggia. Musée d’Orsay, Paris.
CLICHÉ MUSÉES NATIONAUX
SINOSSI

Ci sono libri che vengono oscurati dai film che ispirano. Questo è accaduto a Jules e Jim, da cui Truffaut ha tratto nel 1961 uno dei suoi film più celebrati e più amati. Tanti hanno visto il film, pochissimi hanno letto il libro. Così ai lettori rimane ancora da scoprire nel Jules e Jim di Roché uno dei più bei romanzi d’amore (e di molte specie di amore), un libro che ha una precisione psicologica e una leggerezza di passo che incantano sin dall’inizio. Questa storia dei due amici che amano la stessa donna, per anni, e della donna che ama tutti e due, per anni, rimane nella memoria come un archetipo dei giochi pericolosi del sentimento e della passione.
Quando apparve Jules e Jim, nel 1953, Roché era «un adolescente di settantaquattro anni» che pubblicava il suo primo romanzo. E si sa che nel primo romanzo gli scrittori tendono a parlare di se stessi. Ma solo in anni recenti si è potuto constatare quanto ciò fosse vero in questo caso. Jules, Jim, Kathe: in questo triangolo amoroso riconosciamo i tratti di Roché stesso, di Franz Hessel, di Helen Grund – e, dietro di loro, il profilo lievemente beffardo di Marcel Duchamp. Roché era un dilettante di genio, un dandy che «conosceva tutti» (diceva Gertrude Stein), un uomo che viveva cercando e trovando il piacere con la sottigliezza di un casuista. Franz Hessel era lo «spione della felicità», grande amico di Walter Benjamin, insieme al quale traduceva la Recherche di Proust, infine un maestro della «prosa breve» (e molto da lui Benjamin imparò, nella prosa e nell’arte della flânerie). La bellissima Helen Grund era un’allieva di Käthe Kollowitz. Quanto a Marcel Duchamp, era Marcel Duchamp. Ma queste precise corrispondenze fra il romanzo e la vita di Roché non servono, come sempre, che a esaltare la complicazione dell’insieme. Tutta la vita di Roché e tutti i suoi libri, a guardarli bene, sono un groviglio di triangoli che provoca una certa vertigine metafisica. Jules e Jim, i due amanti della stessa donna, non sono anche colui che prende e colui che osserva, legati da un’amicizia che è piuttosto una simbiosi, come quella fra Bouvard e Pécuchet? E chi è Kathe, soggetto insolente del desiderio, che vuole disporre sovranamente dei suoi amori, secondo un codice rigoroso di non reciprocità? Ciascun lettore troverà una sua risposta, e non sarà una risposta facile, mentre il romanzo continua a parlarci con l’immediatezza e la tranquillità dei libri che nominano qualcosa una volta per tutte.

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Le due inglesi e il continente

Come Jules e Jim è la storia di due amici che amano la stessa donna, Le due inglesi e il continente è quella di due sorelle che si innamorano dello stesso uomo. Anch’essa scritta, come ebbe a dire Truffaut, con la «penna d’acciaio freddo e acuto» di un maestro dei sentimenti.
A cura di Ena Marchi
gli Adelphi, 110
1997 / pp. 289 / € 10,00  € 9,50
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«Uno dei più bei romanzi moderni che io conosca è Jules e Jim di Henri-Pierre Roché»: così scriveva nel 1955 François Truffaut, che pochi anni dopo avrebbe portato sullo schermo la vicenda sconcertante dell’armonioso triangolo che aveva avuto come protagonisti lo stesso Roché, lo scrittore tedesco...
Traduzione di Laura Frausin Guarino
La collana dei casi, 36
1997 / pp. 556 / € 26,00  € 24,70
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