«Guai a un mondo in cui le creature vanno dietro al proprio cuore» dice la madre di Hershl Hurvitz. È bene allora che Hershl cancelli dalla sua mente la donna che ama, Blume, e accetti «ciò che è conveniente per lui». E cosa cè di più conveniente per lui di uno shiddukh, un matrimonio combinato, con la figlia di un facoltoso amministratore? Daltra parte a Shibush, shtetl dellEuropa orientale votato al commercio e al culto della prosperità economica, stupirebbe il contrario. Hershl piega il capo. Che altro potrebbe fare? «Un uomo non è padrone di se stesso». Ma una via di fuga cè, cè sempre: la follia. Ed è un nuovo Hershl quello che torna dalla clinica, abbronzato e in carne. Ora si dedica al negozio anima e corpo. È socievole. La vita con la moglie sembra il giardino di Eden. Tutto a questo mondo cambia. Proprio un nuovo Hershl: finalmente guarito. O questa volta davvero folle? Non cè niente di più comune di una storia damore infelice, e Agnon ha saputo raccontarla con il suo passo tranquillo il passo dellantico narratore intriso della tradizione ebraica, tramutandola in implacabile, beffarda requisitoria. La prima edizione di Una storia comune risale al 1935.
Tutto comincia con Hanania, colui che ha «girato mezzo mondo e superato tante prove». Sotto la sua guida, un piccolo gruppo di ebrei della Galizia polacca, composto da uomini e donne prescelti non «per propria rettitudine, ma solo in virtù della misericordia divina», intraprende il viaggio verso la terra d'Israele – secondo la tradizione diffusa in quelle regioni dal Baal Shem Tov, il fondatore...
Quando, nel 1918, Scholem lesse la traduzione tedesca della Leggenda dello scriba a Walter Benjamin, questi rimase «profondamente colpito» dalla qualità visionaria di un autore che quelle pagine gli rivelavano, e il cui nome sarebbe tornato spesso nelle lettere allamico degli anni successivi allorché Agnon si andò affermando come il più grande e...
Traduzione di Anna Linda Callow, Claudia Rosenzweig