Questo libro dichiara di non voler «essere altro che un album di ricordi femminili e mondani, ristretti a quella esigua classe privilegiata che anche in Italia si fregiava di una coscienza di élite». Ma è ben di più: vista con gli occhi di oggi, quella élite, di cui facevano parte Hofmannsthal come Benedetto Croce, Thomas Mann come Berenson, fu lultimo esempio di una esile comunità culturale europea, dove le persone erano accomunate innanzitutto da certe maniere, certi gusti, certe insofferenze. Elena Croce visse la sua giovinezza allinterno di quella élite e qui la rievoca puntando ogni volta lo sguardo sul dettaglio significativo, su quegli importantissimi sottintesi che davano il tono e oggi talvolta possono sembrare remoti. Con lucidità di memorialista, tocca tutti i punti sensibili di quel mondo e ne illumina linterna fragilità, ma anche certi tratti di stile che invano cercheremmo intorno a noi. Lo snobismo liberale è apparso per la prima volta nel 1964.
Progettato come una biografia, se non agiografia, del grande Gaetano Filangieri, La patria napoletana si è trasformato via via tra le mani di Elena Croce in uno dei libri più complessi e compositi ma insieme più lievi e trascinanti sulla quintessenza ambientale, sociale e filosofica di una Napoli fra Sette e Ottocento che sembra sfuggire ad ogni stereotipo. In un...
Elena Croce ha sviluppato negli anni un singolare talento di memorialista controvoglia o comunque poco incline alle raffigurazioni frontali e minuziose. Il suo tentativo è piuttosto quello di strappare alla memoria, con sottili tattiche di aggiramento, alcune nitide scene. Erano state, finora, linfanzia e la figura del padre, Benedetto Croce, a risvegliare questo suo dono. Qui,...