«Linfanzia dorata era qualcosa di assai diverso dalla jeunesse dorée, da cui lespressione è derivata, e cioè non una effimera figura del costume, bensì, si potrebbe dire, un vero e proprio mito: o comunque una concezione di vita tanto più perentoria e quasi fanatica perché semisommersa nellinconscio, e tanto più fornita di attrazione collettiva perché coltivata come espressione di privilegio. «Il titolo di questo libro non dovrebbe dunque portare a fraintendimenti. La storia che qui si è cercato di ricostruire, col materiale delle memorie, è quella di uninfanzia non dorata, educata, nellItalia fra le due guerre, con quei criteri ispirati alla tradizione liberale che, nellopposizione al fascismo, serano fatti necessariamente più rigorosi. Se il racconto, quasi tutto dedicato allinfanzia (intesa in quella dimensione più ampia che ha in tedesco la parola Jugend), si conclude con uno scorcio che porta, in poche pagine, sino alla soglia della maturità, ciò è dipeso da quella naturale prospettiva per cui il ricordo di sé che si conserva dallinfanzia e che nella giovinezza viene schiacciato dal premere delle convenzioni sociali che si affrontano, si ripresenta, nella maturità, come premessa chiarificatrice dei problemi morali che ormai si sono riconosciuti come nostri». Con queste parole Elena Croce presentava Linfanzia dorata nel 1964. Oggi ripubblichiamo questo testo insieme ai Ricordi familiari, centrati sulla figura del padre, Benedetto Croce, come un dittico memorialistico di rara felicità: il lettore vi ritroverà un modo di osservare la propria vita e il proprio ambiente insieme con distanza e partecipazione, in uno stile in cui si avvertono le tracce dellappassionata familiarità dellautrice con i mondi di Hofmannsthal e di Ortega, componenti austriache e spagnole di unEuropa incompiuta a cui anche Benedetto Croce apparteneva.
Progettato come una biografia, se non agiografia, del grande Gaetano Filangieri, La patria napoletana si è trasformato via via tra le mani di Elena Croce in uno dei libri più complessi e compositi – ma insieme più lievi e trascinanti – sulla quintessenza ambientale, sociale e filosofica di una Napoli fra Sette e Ottocento che sembra sfuggire ad ogni stereotipo. In un solo libro disponiamo...
Questo libro dichiara di non voler «essere altro che un album di ricordi femminili e mondani, ristretti a quella esigua classe privilegiata che anche in Italia si fregiava di una coscienza di élite». Ma è ben di più: vista con gli occhi di oggi, quella élite, di cui facevano parte Hofmannsthal come Benedetto Croce, Thomas Mann come Berenson, fu l’ultimo esempio di una esile comunità culturale...