SINOSSI

Fra il giugno 1944 e l’aprile 1945, rifugiato in una casa di famiglia nel basso Friuli, Satta scrisse queste pagine, cariche di sarcasmo e profonda amarezza, nel tentativo di risalire a certe ragioni nascoste della paradossale, atroce storia italiana dei vent’anni precedenti. E subito si poneva due domande inevitabili: perché gli italiani avevano accettato, e nella stragrande maggioranza sostenuto, il fascismo? E perché, una volta spinti nella guerra, quegli stessi italiani avevano subito sperato nella sconfitta? Più che sul ripugnante manipolo dei veri fascisti, attori occasionali e brutali, ma sempre accompagnati da una «scia di ridicolo», l’occhio di Satta si fissava sulla figura dell’«uomo tradizionale», il medio cittadino di stampo ottocentesco, attaccato alla libertà soltanto come «garanzia del privilegio»: era lui che l’aveva subito ceduta al fascismo, impaurito dagli squarci che si erano aperti nel vecchio ordine; era lui che aveva accettato la «servitù per non morire». Così, quando l’ultima guerra aveva rivelato la sua natura di «spettacoloso omicidio rituale», quello stesso «uomo tradizionale», figura ormai grottesca e stravolta, ma pur sempre universalmente diffusa, preso dal panico si era buttato a sognare l’impossibile restaurarsi di un vecchio ordine che ancora una volta lo tranquillizzasse. Questa è la durissima, cupa visione che Satta ci presenta: traversata da continue, e talvolta sgradevoli asprezze, è sostenuta da una vena di grande moralista nero, oltre che dalla dolorosa asciuttezza del narratore che si sarebbe poi rivelato col Giorno del giudizio.

Volumi dello stesso autore
Salvatore Satta

Il mistero del processo

Il mistero del processo; La vita della legge e la sentenza del giudice; La tutela del diritto nel processo; Il formalismo nel processo; Il diritto, questo sconosciuto. I titoli dei saggi qui raccolti, scritti da Satta fra il 1949 e il 1958, basteranno a far immaginare quanto sia scottante la materia, specialmente oggi che la realtà giudiziaria è...
Piccola Biblioteca Adelphi, 324
1994 / pp. 127 / € 13,00  € 12,35
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Altre edizioni
Salvatore Satta

Il giorno del giudizio

Epico e visionario, il romanzo della Sardegna, isola di «demoniaca tristezza». Un’opera capitale della letteratura italiana contemporanea, tradotto in diciassette lingue. «Uno dei capolavori della solitudine e della letteratura moderna». GEORGE STEINER
gli Adelphi, 13
1990 / pp. 292 / € 13,00  € 12,35
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gli Adelphi, 13
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Altre edizioni
Salvatore Satta

La veranda

La storia di questo romanzo è essa stessa romanzesca. Scritto presumibilmente fra il 1928 e il 1930, quando Satta era un giovane avvocato intorno ai venticinque anni, il manoscritto fu presentato a un premio letterario. Uno dei giudici, Marino Moretti, se ne entusiasmò, tanto da pensare di aver scoperto una controparte italiana della Montagna incantata...
Biblioteca Adelphi, 109
1981 / pp. 187 / € 20,00
Biblioteca Adelphi, 109
1981 / pp. 187 / € 20,00
Altre edizioni