«Le isole hanno sempre esercitato su di me un grande fascino; probabilmente esse affascinano chiunque» scrive Sacks allinizio di questo libro. Nellarco di una «storia damore con le isole che dura da una vita», una serie di strani casi lo ha portato a intraprendere due viaggi in Micronesia che si sono poi cristallizzati nellIsola dei senza colore, forse il più personale fra i suoi libri e insieme aperto su una prospettiva sconfinata di orrori, meraviglie e misteri. In realtà si tratta di due viaggi, paralleli e indipendenti, nelle zone più remote della natura e della malattia. Per uno scienziato, infatti, le isole sono non soltanto mondi a parte, sempre collegati a immagini paradisiache o infernali, ma laboratori dove studiare in condizioni ideali, come accadde a Darwin, gli esperimenti della natura. Così, Pingelap e Pohnpei, sperdute nel Pacifico, appariranno come una variante del Paese dei ciechi di H.G. Wells: abitate da una comunità che soffre di cecità cromatica completa ed ereditaria in una terra che è un tripudio di colori. Mentre a Guam Sacks dovrà indagare su una malattia devastante e tuttora inspiegata, il lytico-bodig, che colpisce con una sorta di paralisi progressiva, spesso combinata con lottenebramento mentale, solo certi abitanti dellisola, i chamorro, e solo quelli nati in certi anni. La massima incidenza del male si incontra in un luogo di intatta bellezza, Umatac, quasi fosse «la stele di Rosetta delle malattie neurodegenerative», dallAlzheimer al Parkinson. Sacks ci racconta questi suoi viaggi passo per passo o meglio salto per salto dei minuscoli aerei che lo trasportano come cavallette da unisola allaltra. Ed è come se un Melville neuro-botanico ci riconducesse alle Encantadas per metterci di fronte, con partecipazione profonda e magistrale arte narrativa, allindecifrato rapporto fra la mente e la natura che ci circonda e di cui siamo fatti. Lisola dei senza colore è apparso per la prima volta nel 1996.
Come i suoi lettori ben sanno, il tratto che accomunava le varie facce di quella personalità unica che è stato Oliver Sacks era la passione. Una passione destinata ancora una volta a contagiarci, giacché in questo libro ritroveremo tutta la vitalità dell’uomo curioso, l’acutezza dello scienziato, l’empatia del medico, la brillantezza dello scrittore.
Rimasta sulla scrivania di Oliver Sacks fino a due settimane prima della morte, questa raccolta di scritti ci offre la sintesi di tutte le sue tensioni conoscitive nell'ampio ventaglio di discipline che si intersecano con la neurologia: botanica e anatomia animale, chimica e storia della scienza, filosofia e psicologia – senza dimenticare la passione letteraria. Ed è proprio questo ventaglio...