Con la stessa immediatezza, nella stessa maniera diretta in cui ci ha narrato le vicende di oscuri ebrei dellEuropa orientale o di funzionari absburgici, Roth racconta in questo libro (apparso per la prima volta nel 1935) una storia di Napoleone e precisamente la fase più drammatica del suo epos, quella che va dalla fuga dallElba sino alla disfatta di Waterloo e allimbarco per SantElena. Sono «cento giorni» che fecero sognare al mondo, per unultima volta, prospettive nuove. Ma a Roth, come sempre, lo sfondo storico non interessa se non in quanto occasione per giungere a qualcosaltro. Ciò che lo attira innanzitutto lo rivela in una lettera è la possibilità di mostrare Napoleone «nella sola fase della sua vita in cui è uomo e infelice ... Vorrei fare di un grande un umile». Per raffigurare questo lato segreto di Napoleone, rivolto alla tenebra e allautodistruzione, Roth è penetrato con delicatezza, e insieme con crudeltà, nella sua psicologia. Ma lartificio più felice è stato di contrappuntare il suo destino il più arduo da raccontare, perché troppo raccontato con quello delloscura Angelina Pietri, una delle innumerevoli donne che «in tutto il Paese e nel mondo intero erano innamorate dellimperatore». Alla fine, mentre lombra della storia si staglia opprimente su tutto, i due destini sembreranno in qualche modo convergere, nella desolazione e in una caparbia fedeltà.
Il cinema è non solo presenza ricorrente nella narrativa di Roth, ma anche oggetto di splendidi feuilleton e recensioni – nell'insieme un centinaio di interventi, compresi per lo più fra il 1919 e l'inizio degli anni Trenta, di cui si offre qui una ampia e rappresentativa scelta. Appassionato di Buster Keaton, capace di liquidare il sentimentalismo di un'epoca intera, cultore di...
Perfetto amalgama di poesia e affabulazione, di ricordi lontani e paesi remoti, le prose del Secondo amore ci trasportano in un mondo magico, popolato di giovani violinisti capaci di far danzare le stelle in cielo, agili ballerini col monocolo, clown lillipuziani e macrocefali, zingari accampati fra il bosco e la palude in una distesa di tende bianche. Ma riaffiora, costante, la Storia, evocata da...