Forse un giorno, quando si guarderà indietro a questo secolo, e ci si domanderà chi ha detto la sua verità letteraria con un timbro che solo in questepoca poteva apparire (un po come lo pensiamo per Baudelaire nellOttocento), forse allora si dirà: Gottfried Benn. Nessuno ha avuto la sua spregiudicatezza insolente, la sua malinconia letargica, la sua insofferenza per la dignità sociale, infine il suo orecchio assoluto per la forma: «Lo stile è superiore alla verità, porta in sé la prova dellesistenza». Nessuno come lui ha saputo vivere nella perenne dissociazione di tutto da tutto (lo chiamava «sopportare la contiguità orizzontale delle cose») senza cadere nel panico, ma continuando ad accostare sillabe, come se da quel lavoro di soffiatore di vetro dipendesse la sussistenza di ciò che è. Come sembrano timidi, e anche benpensanti, certi eroi del modernismo che siano D.H. Lawrence, «erotico allaroma di pino», o anche Joyce , dinanzi al vecchio Benn, il Tolemaico, rintanato fra le macerie di Berlino nel suo laboratorio di parrucchiere per signora, che elucubra in solitudine... Pietra, verso, flauto è una sequenza di passi in prosa che Jürgen P. Wallmann ha tradotto da tutti gli scritti di Benn, saggistici, narrativi, epistolari. Forma quanto mai congeniale allopera di Benn, che si presenta sin dallinizio come una successione di schegge («Chi non vede più connessioni, più alcuna traccia di un sistema, può ancora procedere solo per episodi»).
Da Gottfried Benn, che ha sempre scompaginato tutte le categorie, e che ha bollato l’Io come «stato d’animo tardivo della natura, e oltre tutto fugace», non ci si poteva certo aspettare una compita autobiografia che raccontasse gli eventi di un’esistenza. Il paesaggio biografico di Benn è quello del suo alter ego Rönne, «il medico, il flagellante delle...
A cura di Amelia Valtolina
Con un saggio di Roberto Calasso
«Stile tardo», «ultimo stile», sono formule correnti con cui si usa riferirsi alle opere della vecchiaia di uno scrittore, o più in generale di un artista. Ma quando comincia davvero questa fase? Esistono criteri per definirla? Le «sere della vita» sembrano ritrarsi e ingannare lo sguardo di chi vuole importunarle. Per Benn sono solo un’occasione per divagazioni...