NellOttocento i viaggiatori di lungo corso non dimenticavano di portare con sé una biblioteca portatile, che trovava posto in una cassa opportunamente attrezzata. Si può dire che questo volume di Marc Fumaroli è lequivalente moderno di quei cofanetti preziosi, in vista dei quali gli editori pubblicavano, in formato adeguato, apposite collezioni di titoli antichi e moderni. Ciascuno dei suoi capitoli, infatti, può essere letto come unopera autonoma, che ci offre il vivido ritratto di un grande autore classico (Milton, Rousseau, Madame de Staël, Byron, Tocqueville, Baudelaire, Conrad, Proust), di un autore misconosciuto (Louis de Fontanes, Pierre-Simon Ballanche), di un personaggio che ha lasciato una traccia più o meno vistosa nella Storia (Napoleone, Talleyrand, Pauline de Beaumont, Madame Récamier), indagati tutti con la consueta, magistrale capacità di penetrazione. E tutti legati gli uni agli altri dal rapporto ravvicinato o a distanza con Chateaubriand e la sua vicenda umana, dipanatasi attraverso quel «secolo delle rivoluzioni» di cui egli fu testimone e attore, nonché interprete e narratore nel suo capolavoro, le Memorie doltretomba. «Questo libro non è una biografia di Chateaubriand» avverte Fumaroli in apertura. «È un invito a una traversata della grande tempesta poetica delle Memorie doltretomba e del campo magnetico entro il quale si è formata». E aderire allinvito significherà, per il lettore, «percorrere la prima mappa dei conflitti tra modernità e antimodernità, tra Lumi e Contro-Lumi, e riconoscervi lincunabolo del mondo che si lacera e scompare oggi un po ovunque sotto i nostri piedi».
Nel corso degli anni, Marc Fumaroli ha studiato e frequentato assiduamente «quella società ideale, e ciò nondimeno reale, che fino alla Rivoluzione francese oltrepassò la geografia politica e religiosa dell'Europa via via umanista, classica, barocca, neoclassica, avendo costantemente l'Antico come patrimonio e oggetto di riflessione», e che «si è essa stessa...
«La pubblicità, uno dei mali più grandi di questo tempo, insulta i nostri sguardi, falsa tutti gli epiteti, rovina i paesaggi, corrompe ogni qualità e ogni critica». Questa invettiva di Paul Valéry appare oggi più condivisibile che mai. E Marc Fumaroli ne ha d'improvviso piena consapevolezza «un certo mattino del settembre 2007», per strada, allorché...