A cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese, Nicoletta Tirinnanzi Classici, 73
2009,
pp. LXXVI-992, 36 ill. in b/n
isbn: 9788845923685
Temi: Letteratura italiana, Filosofia
A lungo considerate dagli studiosi come oggetto misterioso che non si sapeva in quale modo trattare, le opere mnemotecniche di Bruno si sono rivelate, soprattutto dopo il capitale libro di Frances Yates, Larte della memoria, come il centro e il motore occulto dellintera sua opera. Ma non per questo hanno perso il loro aspetto cifrato, che non finisce di stupire. Gli equivoci insorgono subito, già dalla definizione della disciplina. Nata come tecnica utilissima agli oratori per esercitare la memoria, la mnemotecnica è diventata nel corso dei secoli, e soprattutto nel periodo fra Raimondo Lullo e Bruno, che segna il culmine dellarte, un nuovo regime delle immagini intese come fantasmi mentali e perciò anche una sorta di pratica teurgica, collegata a quella primordiale sapienza egizia che fu lo stendardo di tutto lermetismo rinascimentale. Questo secondo tomo include testi che, sotto vari profili, possono essere considerati fra i momenti più elevati dellintera speculazione di Bruno. In particolare, il Sigillus sigillorum inizia a porre, attraverso una serrata discussione con i massimi esponenti della tradizione filosofica antica e rinascimentale a partire da Marsilio Ficino , le basi dellontologia della materia-vita infinita, da cui trarrà origine la cosmologia delluniverso infinito e dei mondi innumerabili, mentre il De imaginum compositione, vero punto darrivo di tutta la riflessione mnemotecnica di Bruno, sfocia in uno stupefacente uso delle immagini, che ripropone in termini nuovi e originali il problema del rapporto fra mente, figura e parola.
Questo nuovo volume delle Opere latine raduna i testi nei quali Giordano Bruno commenta, analizza, discute gli scritti di Raimondo Lullo, celebre teologo e mistico catalano del Duecento. Testi poco frequentati – o fortemente sottovalutati – almeno fino agli anni Sessanta del secolo scorso, quando Frances Yates e Paolo Rossi, ricollegandoli agli scritti mnemotecnici, ne diedero una interpretazione...
A cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese, Nicoletta Tirinnanzi
A lungo considerate dagli studiosi un oggetto misterioso che non si sapeva in quale modo trattare, le opere mnemotecniche di Bruno si sono rivelate – specialmente dopo il capitale libro di Frances Yates, L’arte della memoria – il centro e il motore occulto di tutta la sua opera. Ma il loro carattere cifrato non cessa di stupire. Gli equivoci insorgono subito, già dalla definizione...
A cura di Marco Matteoli, Rita Sturlese, Nicoletta Tirinnanzi