Il 20 luglio del 1944 fu il giorno del fallito attentato a Hitler. E nel clima torbido di quell«ora fatale dellumanità» si dipana uno dei più audaci intrecci di Lernet-Holenia. La scena è Vienna, degradata a periferia del Reich, dove una signora dellalta società nasconde allinsaputa di tutti unamica ebrea facendola ricoverare in ospedale sotto il proprio nome. Ma limprovvisa morte di questultima la getterà in una paradossale condizione di non esistenza: ufficialmente defunta, sarà dunque costretta a una fuga precipitosa, in un vortice di congiurati allo sbando, ambigui ufficiali dei servizi di sicurezza e feroci quanto maldestri agenti della Gestapo. Ancora Vienna quella del primo e secondo dopoguerra fa da sfondo agli altri due pannelli di questo superbo trittico. Un mondo di reduci e déraciné: come linvalido di guerra che, in un rapporto perverso con il suo cane-guida, diventa una sorta di crudele «dio cieco»; o come lex ufficiale imperialregio, nobile decaduto, che ritrova in circostanze drammatiche la bella giumenta che in passato era stata sua.
Nel 1952 le colonne della «Neue Zeitung» ospitarono un memorabile dialogo-confronto, attraverso due lettere aperte, tra Lernet-Holenia e Gottfried Benn. Il tema non avrebbe potuto essere più arduo – la natura dell'arte –, e le posizioni più distanti: a Lernet-Holenia che lo esortava a rivolgersi «agli altri, in quei grandi dialoghi sui quali si fonda ogni vera...
«“Il Re delle Due Sicilie”, abbreviato nell'uso in “Le Due Sicilie”, era il nome di un reggimento di ulani dell'esercito austro-ungarico» scrive Sciascia in un'appassionata recensione a questo romanzo «e coloro che vi appartenevano erano “Sizilien-Ulanen”, ulani siciliani». Al crollo dell'impero, quel reggimento non esiste più, e il colonnello...