Questo saggio può essere letto come un romanzo che ha per protagonista il romanzo stesso. Vi troveremo così alcuni dei pensieri estremi e segreti di Kundera. Ma Kundera sembra non poter fare a meno per nostra fortuna di trattare anche le idee come personaggi. Perciò quella che leggeremo è una storia polifonica, piena di figure, di passioni e di delitti. I personaggi saranno Stravinskij e Kafka con i loro singolari amici Ansermet e Max Brod; o Hemingway perseguitato da un suo biografo; o Céline e Majakovskij messi sotto processo dalla loro epoca; o la «storia di famiglia» del romanzo, a partire dal capostipite Rabelais. Ma, soprattutto, onnipresente protagonista sarà il romanzo stesso o meglio quella «sapienza del romanzo», quella forma di conoscenza che soltanto il romanzo può dare e che sembra irritare sommamente tutti quelli che la ignorano («Lei è comunista, signor Kundera?». «No, sono un romanziere». «Lei è dissidente?». «No, sono un romanziere». «Lei è di sinistra o di destra?». «Né luno né laltro. Sono un romanziere»). È una sapienza imprescindibile, ma al tempo stesso quanto mai fragile. Lautore e lopera darte, infatti, paiono provocare, per il solo fatto di esistere, le più funeste vessazioni, i loschi tradimenti di quel testamento che in fondo è qualsiasi testo. E Kundera è magistrale nellevocazione dei persecutori: dagli amici devoti, pronti a tutto pur di andare contro la volontà dellamico (sempre a fin di bene), ai biografi che vogliono sapere dellautore ben più di quanto egli stesso sapeva, ai traduttori infaticabili nel migliorare le opere a loro affidate. Cè una furia stupenda, un senso di radicale rivolta in questo libro, che tocca uno per uno anche crudelmente tutti i punti delicati del bene e del male in rapporto a quellessere che suscita tanto rancore perché è felicemente al di là del bene e del male: larte. I testamenti traditi è stato pubblicato per la prima volta in francese nel 1993.
Nel giugno del 1967, poco dopo la lettera aperta di Solženicyn sulla censura nell’Urss, si tiene in Cecoslovacchia il IV Congresso dell’Unione degli scrittori. Un congresso diverso da tutti i precedenti – memorabile. Ad aprire i lavori, con un discorso di un’audacia limpida e pacata, è Milan Kundera, allora già autore di successo. Se...
Premesse di Jacques Rupnik e Pierre Nora
Traduzione di Giorgio Pinotti
Gettare una luce sui problemi più seri e al tempo stesso non pronunciare una sola frase seria, subire il fascino della realtà del mondo contemporaneo e al tempo stesso evitare ogni realismo – ecco La festa dell'insignificanza. Chi conosce i libri di Kundera sa che il desiderio di incorporare in un romanzo una goccia di «non serietà» non è cosa...