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Benito Pérez Galdós

Tristana

Traduzione di Italo Alighiero Chiusano

Numeri rossi
1970, pp. XXIII-239
isbn: id-1550

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SINOSSI

Tristana (1892) è una delle punte più felici nella vasta opera di Pérez Galdós, da molti giudicato il più grande narratore spagnolo dopo Cervantes, eppure fino a oggi scarsamente conosciuto presso di noi. Questo lungo racconto di amore e profonda perversione si presenta nella cornice di una ferma narrazione naturalistica, che a poco a poco si dissolve lasciando apparire la sostanza terribilmente ambigua del tema: un tragico incantamento erotico, una ossessione di incesto, sullo sfondo di una calamitante rovina. Tristana, la protagonista di questo libro, fa parte a buon diritto della grandiosa galleria ottocentesca delle donne che scelgono di distruggersi – e pochi altri esempi ne eguagliano l’intensità. Accanto a lei, indissolubilmente congiunto, il gentiluomo Don Lope, stupenda figura di Don Giovanni invecchiato, aristocratico accantonato dal corso dei tempi, padre adottivo e soggiogatore di Tristana, la sua più preziosa e impossibile conquista. Il terzo personaggio, il pittore Horacio, che si innamora di Tristana e tenta invano di sottrarla al suo cerchio magico, diventa invece piuttosto una pedina nel vizioso gioco fra l’anziano gentiluomo e la giovane Tristana. E tutta la storia è una specie di lunga cerimonia di distruzione, crudelmente lenta, di cui Galdós ha fissato il percorso con una sobrietà che dà tanto maggior rilievo alla cupa violenza che trascina i protagonisti.