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Francisco Delicado

La Lozana Andalusa

Traduzione di Luisa Orioli
A cura di Luisa Orioli

Numeri rossi
1970, pp. XV-340, 3 ill.
isbn: id-1538

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SINOSSI

Come i Ragionamenti dell’Aretino, altro grande testo erotico del Cinquecento, La Lozana Andaluza mette in scena, con prepotente vigore teatrale, la grande selva romana delle cortigiane, dei truffatori, delle mezzane, dei gonzi, dei lenoni. In una serie di episodi ricchi di personaggi – si arriva a centoventicinque – e però sempre centrati sulla figura della Lozana, cortigiana andalusa calata a Roma in cerca di fortuna, si orchestra a poco a poco il ritratto di una Roma corrotta, avvolta in un’aria di spezie e di frittura: «meretrice e concubina dei forestieri... trionfo dei ricchi, paradiso delle puttane, purgatorio dei giovani, inferno di tutti, fatica delle bestie, illusione dei poveri, covo dei furfanti», così dice l’autore. Come nel caso dell’Aretino, anche qui crudezza e invenzione linguistica vanno insieme, seppure la macchina retorica sia meno sontuosa. Un altro registro è peculiare di Delicado: meno familiare dell’Aretino con i veleni delle corti, ma forse più col fango dei vicoli, egli è maestro nel far teatro della minutaglia del vizio, di tutto il sottobosco formicolante, insolente e goloso che gravitava intorno alle migliaia di cortigiane romane. Nessuna distanza lo separa da quella divorante società, di cui egli stesso, nella sua vita, sembra essere stato una oscura vittima, lui pure una comparsa sulla grande scena che aveva al suo centro la figura grezza, un po’ truce, imponente della Lozana.
Pubblicata anonima a Venezia nel 1528, La Lozana Andaluza scomparve ben presto dalla storia letteraria senza lasciar traccia. Prima che questo eccezionale documento della Roma di Leone X potesse essere recuperato alla cultura europea dovettero passare più di tre secoli: fu soltanto nel 1845, infatti, che l’ispanista tedesco Ferdinand Wolf ne parlò per la prima volta, avendone trovato una copia, rimasta a tutt’oggi unica, nella Biblioteca Imperiale di Vienna. Singolare sotto molti aspetti, come opera d’arte, come testimonianza storica, come documento linguistico, la Lozana è ormai entrata a far parte dei classici della letteratura spagnola e ha avuto numerose edizioni. Il suo ignoto autore fu identificato nel 1857, dal bibliofilo Pascual de Gayangos, nel prete spagnolo Francisco Delicado, vissuto prima a Roma e poi a Venezia fra il primo e il quarto decennio del ’500. Di lui si avevano solo pochissime notizie indirette quale autore di un trattatello sulla cura del «mal francese», di cui sono state trovate due copie soltanto pochi anni fa, e il cui testo è stato trascritto alla fine della presente edizione della Lozana. Queste sono, apparentemente, le sole opere che restano di Delicado.