Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist
Condividi Condividi Condividi

Kuki Shūzō

La struttura dell’iki

A cura, e con un saggio, di Giovanna Baccini

gli Adelphi, 649
2022, pp. 180, 19 ill. f.t.
isbn: 9788845937071

€ 12,00  (-5%)  € 11,40
Estratto Estratto Estratto
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
IN COPERTINA
Itō Shinsui, Il trucco delle sopracciglia, stampa, periodo Shōwa (1928).
taiyo no hikari foundation
SINOSSI

«Tutto il suo pensare era rivolto a ciò che i giapponesi chiamano iki» scriveva Heidegger di Kuki Shūzō, aggiungendo: «Ciò che questa parola dice ho potuto solo presagirlo da lontano nelle mie conversazioni con lui». Forse perché non poté leggere il trattato di Kuki sull’iki qui tradotto. Che cos’è dunque l’iki? Nel Giappone del periodo Bunka-Bunsei (1804-1830) questa parola veniva usata per definire l’ineffabile fascino della geisha, il suo stile sprezzante ma accattivante, ammiccante ma riluttante, improntato a sensualità e rigore, inflessibilità ed eleganza. Kuki circumnaviga ogni accezione dell’iki, filtrando la parola con uno sguardo che ne individua i tratti distintivi nella seduzione, nell’energia spirituale e nella rinuncia; la colloca in un sistema estetico rigoroso; ne scopre le tracce nell’acconciatura, nell’incedere, nei gesti e nelle posture della geisha; nei motivi decorativi a righe verticali, nel colore marrone, nell’architettura della casa da tè, nella musica per shamisen. Capire l’iki è come percepire la fragranza di un’intera civiltà.

Capire l’iki è come percepire la fragranza di un’intera civiltà.