«Essendo tutto lanno in vacanza, quando arrivano le vacanze vere e proprie mi rendo conto più che mai del vuoto in cui vivo: è il vuoto al quadrato, di cui si è coscienti in ogni momento, il vuoto ufficiale della mia esistenza».
Composto nellestate del 1966 durante un soggiorno a Ibiza, sullorlo di un abisso tuttaltro che metaforico, un quaderno di pagine roventi, tra le più intense e radicali mai scritte da Cioran.
Quando, dopo la morte di Cioran, furono ritrovati i trentaquattro taccuini che per quindici anni aveva riempito con le annotazioni più disparate, si rimase sbalorditi di fronte a quell’imponente giacimento, raccolto poi in un libro, Quaderni, che leggiamo oggi come uno dei vertici della sua opera.
Nella fotografia riprodotta sulla copertina di questo libro, che ritrae Mircea Eliade e Cioran insieme a Parigi, negli anni Settanta, colpisce il contrasto tra le due fisionomie. Un contrasto che sembra rispecchiare la distanza che umanamente e intellettualmente separava i due grandi romeni: il fecondo e ammirato studioso, in grado di maneggiare con scioltezza le concezioni religiose di tutte le...
A cura di Massimo Carloni, Horia Corneliu Cicortaş