Nel grande dramma del secolo passato, nello scontro totale fra i Titani dellepoca, luomo poteva ancora pensare di avere la propria parte. Il nuovo millennio sembra invece essersi aperto nel segno di una insicurezza che non attiene semplicemente alla situazione storica e sociale o alle condizioni psicologiche della persona, ma al suo stesso essere. Daltra parte il brancolamento attuale della Terra e il tramonto di ogni suo Nomos, dove ruoli, immagini e linguaggi si confondono nellassenza di orientamento e distanza, sono stati possentemente profetizzati: tutto questo è già presente, per tracce, nellAmleto di Shakespeare. E da lì discende fino a Kafka e Beckett. Nel dialogo tra questi autori fatali, ricomposto per frammenti, Cacciari coniuga le sue ricerche sulle declinazioni della storia europea (in Geofilosofia dellEuropa e nellArcipelago) con quelle sul rapporto tra nihilismo europeo e il linguaggio del Mistico che innervano i fondamentali DellInizio e Della cosa ultima.
Tra il 1917 e il 1919 Max Weber tenne due conferenze dal titolo Die geistige Arbeit als Beruf, che potremmo tradurre «Il lavoro dello spirito come professione». Formulazione quanto mai pregnante, perché rappresentava l’idea regolativa, il progetto e la speranza che avevano animato il mondo della grande cultura borghese tra Kant e Goethe, tra Romanticismo e Schiller, tra Fichte e Hegel...
All'origine dei diversi discorsi, molti dei quali ‘alla moda', sulla ‘fine della filosofia' che, almeno da Nietzsche, caratterizzano tanto pensiero dell'Occidente, sta la ‘sentenza' hegeliana: che la philo-sophía cessi di chiamarsi ‘amante' e si affermi finalmente come puro sapere, Sophia ovvero Scienza. Amore e Sapere debbono dirsi addio. Che il sophós dismetta il suo abito di eterno...