«Quando laccumulazione di capitale di un paese diventa il sottoprodotto delle attività di un casinò, è probabile che le cose vadano male». John Maynard Keynes veniva spesso considerato, dai suoi contemporanei, una fantasiosa Cassandra. In realtà se i suoi vaticini questo, in particolare venissero riletti oggi, sembrerebbero usciti dalla penna di un osservatore timido, quasi reticente. Proseguendo lanalisi intrapresa con Il conflitto epidemico e continuata con Il gioco delle regole, in questa terza parte del suo studio dei mercati contemporanei, e dei meccanismi che li governano, Guido Rossi spinge la sua riflessione allestremo, dimostrando come nel giro di pochi anni lapparente contrasto degli interessi si sia trasformato in un paradossale concorso dei medesimi verso un solo, chiaro e pericolosissimo fine: la creazione di un mercato finanziario globale definitivamente separato dalleconomia concreta, e quindi sottratto a qualsiasi confronto col principio di realtà. Quali insidie una situazione del genere ponga lo verificano, ogni giorno, i risparmiatori di tutto il mondo. Come e perché abbia senso temere unimplosione di più vasta portata lo scoprirà, con crescente sgomento, il lettore di queste pagine. Se poi si possa sperare in contromisure efficaci e in quali, dopo la disastrosa e vacua proliferazione di codici etici che ha segnato il decennio appena trascorso è linterrogativo di fondo cui Rossi offre qui una prima e radicale risposta.
Negli anni della Grande Crisi, John Maynard Keynes si spinge a immaginare, per il denaro e il capitalismo, un futuro molto diverso da quello che tutti prevedono. In quel futuro - che è oggi - e nel pieno di un'altra crisi, Guido Rossi dimostra che le congetture di Keynes erano meno ardite di quanto siano sempre parse.
Da qualsiasi angolo provengano dalle sale borsa o dai laboratori di ricerca, dagli studi dei giuristi o dalle pagine di internet, fino ai campi di battaglia , le descrizioni della scena contemporanea concordano nel tratteggiare una situazione che si sottrae a qualsiasi forma di controllo. Forse per questo, paradossalmente, il diritto produce leggi a un ritmo senza precedenti nella storia...