Benedetto Croce
Storia del Regno di Napoli
Classici
1992, 2ª ediz., pp. 572
isbn: 9788845909498
Nel 1923, sollecitato dai problemi di critica e di metodo allora urgenti in lui, Croce giunse finalmente a realizzare un progetto a lungo meditato: un’opera complessiva di storia del Mezzogiorno. La differenza fra le due Italie appariva infatti, come tante altre volte prima e dopo, irrimediabile, e portava a diagnosi e a previsioni sconsolate. Nello stesso tempo maturava ormai nel pensiero di Croce una nuova concezione – quella della storia etico-politica –, che sarebbe rimasta poi come la sua più tipica e originale teoria storiografica: essa considera le vicende storiche come un processo essenzialmente spirituale e culturale nel corso del quale, grazie alla spinta morale degli uomini e dei gruppi che se ne fanno portatori, si elaborano istituzioni e stati, diritto e società, tecniche ed economie, procedure e prassi – e si assiste a ogni passo all’avventuroso evolversi della libertà. In tale quadro la storia del Mezzogiorno sfugge finalmente a quelle acritiche esaltazioni o condanne totali così frequenti anche oggi, come anche alle recriminazioni sul malgoverno o sulle dominazioni quali spiegazioni onnivalenti della negatività storica del Mezzogiorno. Il disegno di Croce è invece estremamente mosso e suggestivo: la storia di un paese identificata con quella della nazione che vi si formò dal XIII secolo in poi, l’alternarsi di grandi momenti creativi come pure di crisi e involuzioni, lo stretto intreccio con la storia italiana ed europea. Prende inoltre risalto la ricchezza di espressioni civili e culturali delle vicende politiche e sociali connesse al lungo contrasto fra re e baroni, alla costruzione di uno stato moderno, allo sforzo di riformarlo in senso europeo e liberale, cui fece seguito la dissoluzione provocata dal mancato conseguimento di una tale riforma.