Questo libro racconta la storia affascinante, ambigua e toccante del primo cinese che si trovò a conoscere lOccidente. Hu era un vedovo quarantenne di Canton, scelto per accompagnare il gesuita Foucquet nel suo viaggio di ritorno in Europa, nel 1722. Venne così esposto allassolutamentealtro, un mondo che provocò in lui reazioni violente. A un certo punto lo incontriamo a Parigi mentre predica in cinese ai passanti esterrefatti, accompagnandosi con un piccolo tamburo. Poi lo ritroviamo nel manicomio di Charenton. E infine assistiamo al suo ritorno in Cina, dopo esilaranti e strazianti vicissitudini. Per un curioso caso, sono sopravvissute testimonianze dirette della sua storia. E su di esse si basa Spence, come nel suo mirabile Imperatore della Cina. E, ancora una volta, Spence non ha voluto offrirci uno studio dei fatti, ma una narrazione: la forma è quella del diario. Giorno per giorno, e quasi ora per ora, vediamo svolgersi sotto i nostri occhi una sequenza sconcertante di avvenimenti, «di una bellezza e di una stranezza che fanno venire in mente i racconti di Borges e di Calvino» (Mark Strand). Lenigma di Hu è apparso per la prima volta nel 1988.
Matteo Ricci fu l'uomo che con maggiore determinazione ed efficacia tentò di far comunicare due grandi civiltà – quella europea e quella cinese – che per secoli si erano ritenute autosufficienti. Gesuita, di quell'epoca in cui i gesuiti erano anche uomini temerari, che partivano verso i luoghi più remoti con l'intenzione non soltanto di convertire ma di capire chi vi abitava,...
Città di Xian, Cina, 28 ottobre 1728: poco prima di mezzogiorno, un palanchino attraversa la lunga via centrale, mentre un uomo vestito curiosamente lo insegue con una corsa affannosa, brandendo in aria una lettera. Alcune guardie lo bloccano, e il destinatario, il generale Yue Zhongqi, governatore delle province di Shaanxi e Sichuan, ordina di arrestarlo. Gli basterà leggere poche...