IN COPERTINA
Ivan KonstantinoviÉ Ajvazovskij, Paesaggio invernale (1876). Collezione privata.
artmedia/alamy stock photo
SINOSSI

Quello di Bunin è un «severo talento», si legge nella motivazione del Premio Nobel di cui fu insignito nel 1933 – e in effetti la sua prosa terribilmente precisa, densa, intransigente riesce a essere non meno implacabile di quella di Čechov. Bunin non racconta solo storie della sua terra: prima del ’17 è stato anche un appassionato viaggiatore, e i paesaggi geografici e umani da lui osservati – soprattutto l’Oriente, dove gli europei possono percepire «un vago sentore della vita, della morte, del divino», e l’Italia, dove ha soggiornato a lungo – si riverberano nei racconti radunati in questo libro, fra i quali il lettore troverà alcuni vertici della sua narrativa. Come Il signore di San Francisco, dove il viaggio per mare di un ricco americano e della sua famiglia evoca con rara intensità il «dolce inganno della vita»; o come Il respiro lieve, prodigiosa miniatura su uno dei temi prediletti da Bunin: quella frenesia «di accogliere nel proprio cuore tutto il mondo visibile e invisibile prima di farne dono a qualcun altro» che si chiama amore.

« ... straordinaria vista, capace di notare i sottili contorni dell’ombra nera sulla strada illuminata dalla luna, la particolare densità del blu attraverso il fogliame » (Vladimir Nabokov).

Volumi dello stesso autore
Ivan Bunin rivive la sua amicizia con Čechov – e racconta i lati più intimi e nascosti del grande scrittore russo.
Traduzione di Claudia Zonghetti
A cura e con una Prefazione di Claire Hauchard
Piccola Biblioteca Adelphi, 671
2015 / pp. 223 / € 14,00  € 13,30
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