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Gitta Sereny

Albert Speer

La sua battaglia con la verità

Traduzione di Valeria Gattei

La collana dei casi, 157
2025, pp. 1029, 1 imm bn, 46 imm bn fuori testo.
isbn: 9788845939907

€ 39,00  (-5%)  € 37,05
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IN COPERTINA
Albert Speer e Gitta Sereny. Fotografia di Don Honeyman.
don honeyman
SINOSSI

Seduta nelle tribune dell’aula di Norimberga dove era in corso il processo contro gli «uomini di Hitler», Gitta Sereny era rimasta colpita dalla compostezza esemplare di uno degli imputati. Di quell’uomo che «ascoltava immobile e attento con il volto impassibile, a eccezione degli occhi scuri e intelligenti», sapeva solo che era Albert Speer, l’architetto e poi ministro degli Armamenti del Reich, nonché membro della cerchia più stretta del Führer. Trent’anni più tardi, dopo aver letto In quelle tenebre – il libro-intervista che Sereny aveva dedicato al caso del comandante di Treblinka Franz Stangl –, Speer decise di contattare l’autrice e di invitarla nella sua casa a Heidelberg per ripercorrere con lei la sua storia. All’epoca, lui aveva scontato una lunga detenzione nel carcere di Spandau, dove aveva scritto clandestinamente circa milleduecento pagine di riflessioni e memorie e aveva avviato, sotto la guida di un pastore calvinista ed ex membro della resistenza francese, l’ostinato e quasi maniacale tentativo di fare i conti con il proprio passato che lo avrebbe impegnato fino alla morte. Lei veniva da anni di indagini sugli orrori della Germania nazista e, incontrandolo di persona, percepì subito un’incongruenza tra il tono altezzoso, «autoritario e arrogante» dei mea culpa che fluivano «troppo prontamente» dalle labbra dello Speer pubblico, e quell’uomo timido, dotato di humour e fascino, abitato da una profonda tristezza, che le parlava «con una strana inflessione interrogativa nella voce». Catturata da un’ambivalenza tanto sconcertante, Sereny si prefisse lo scopo di «comprendere Albert Speer», costruendo questa memorabile inchiesta basata sulle lunghe conversazioni che per molti anni intrattenne con lui, e spingendosi tanto a fondo nell’interrogazione del suo conflitto interiore da determinare una vicinanza che le costò numerose critiche – fu lei stessa una volta a definirlo senza difficoltà «un uomo superiore», e si dovrebbe riflettere sul peso di questa affermazione, e su chi la pronuncia. Affiora così il ritratto – in cui pure restano zone d’ombra, e non potrebbe essere altrimenti – di un uomo che, dopo aver smesso i panni di ministro del Reich, non ha potuto far altro che tentare di elaborare, per il resto della vita, la sequenza fattuale ed emotiva della propria soggezione al carisma di Adolf Hitler.

Un potente chiaroscuro caravaggesco su una delle personalità più seduttive e insinuanti del cerchio magico hitleriano; e quindi – per estensione – della visione e della morale deviante del nazismo.

Volumi dello stesso autore
Gitta Sereny

In quelle tenebre

Il caso di Franz Stangl, comandante di Treblinka. Una sconvolgente indagine che rompe il silenzio sugli antecedenti e l’organizzazione dei campi di sterminio, e sulle complicità che hanno aiutato molti responsabili a fuggire. «Nello zoo avevamo una quantità di splendidi uccelli, e panchine, e fiori. L’avevo fatto disegnare da uno...
Traduzione di Alfonso Bianchi
gli Adelphi, 60
1994 / pp. 519 / € 16,00  € 15,20
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1994 / pp. 519 / € 16,00  € 15,20
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