«Libro salvato» dopo un lungo lavoro filologico, questo volume conclude lautobiografia di Canetti con gli anni dellemigrazione in Inghilterra. Un paese che suscita in lui reazioni contrastanti: ammirazione per i suoi istituti democratici e per il coraggio mostrato contro Hitler, ma anche insofferenza per la britannica arte di escludere, per laltezzosa condiscendenza esibita verso gli apolidi della cultura. «Ma Lei ha conosciuto Kafka?» gli chiede linsolitamente benevolo ospite di un party. Accade così che Canetti, negli anni roventi in cui si elaborava Massa e potere, vivesse in una paradossale situazione di solitudine intellettuale, pur abitando in una città di alta tradizione come Londra. In compenso il mondo inglese gli permette di esercitare il proprio talento di ritrattista, in particolare con una ricca galleria di eccentrici: come il guardiano del faro che, fattosi maggiordomo in casa di un acido lord, sottrae alla moglie di questi le migliori toilette per esibirsi davanti allo specchio; o come i Milburn, padroni di casa afflitti da mania religiosa, ai quali durante le incursioni aeree tedesche Veza Canetti allunga il cibo sotto il tavolo della cucina, là dove la coppia terrorizzata va cercando scampo dalle bombe di Göring.
Per più di cinquant’anni Elias Canetti ha tenuto dei quaderni di «appunti», massiccio in larga misura ancora invisibile, che un giorno forse verrà riconosciuto come una delle opere più sorprendenti del nostro tempo. Osservazioni su un’immensa varietà di temi, aforismi, immagini balenanti, schegge di ipotesi, romanzi in due righe, riflessioni su scrittori...
Traduzione di Renata Colorni, Gilberto Forti, Furio Jesi, Ada Vigliani
Il libro più importante della sua vita, Canetti lo portò sempre dentro di sé ma non lo compose mai. Per cinquant'anni procrastinò il momento di ordinare in un testo articolato i numerosissimi appunti che, nel dialogo costante con i contemporanei, con i grandi del passato e con i propri lutti familiari, andava prendendo giorno dopo giorno su uno dei temi cardine della sua...
Con una Postfazione di Peter von Matt
A cura di Ada Vigliani