Tim Judah

Saddam e le Sugababes

Tim Judah

Saddam e le Sugababes

Traduzione di Matteo Codignola
Piccola Biblioteca Adelphi, 508
2004, pp. 100
isbn: 9788845918537
Temi: Reportage, Testimonianze, Storia contemporanea
€ 7,00 -5% € 6,65
Condividi Condividi Condividi
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Risvolto
A un anno dalla sua conclusione, delle tre settimane di guerra guerreggiata in Iraq non si ricorda quasi più nulla. È vero che in quei venti giorni immagini e resoconti dal fronte hanno monopolizzato schermi televisivi, siti internet, pagine di giornali, ma lo è altrettanto che la macchina informativa predisposta dagli stati maggiori congiunti di eserciti e media era stata tarata, con estrema accuratezza, per far filtrare notizie e sequenze non propriamente memorabili: la resa di un’intera divisione, che – come si è scoperto di lì a poco – consisteva nelle mani alzate di un solo ufficiale della medesima; la carrellata su alcune maschere antigas buttate in una trincea irachena a riprova dell’esistenza, certa, di armi di distruzione di massa; persino – nella versione italiana, come sempre la più irresistibile – le veementi proteste di una embedded sui carenti servizi igienici di un campo base dei marine. Rispetto a questo frastuono più o meno indistinto, le corrispondenze di Tim Judah, basate su una tecnica semplice quanto ormai dimenticata – andare a vedere di persona ciò che accade, parlare con i testimoni, cercare di comporre un quadro coerente –, ottengono un esito di per sé miracoloso: il racconto dei fatti. Anche quando, come nell’intelligente riflessione sul mestiere di inviato che apre il volume, questo significa constatare che «in guerra, fra un bombardamento e l’altro, non accade praticamente nulla»: tutt’al più si accende la televisione per parlare senza paura di venire ascoltato dai servizi del regime, e si diventa così fan del gruppo musicale – le Sugababes.