Le lettere comprese in questo quarto volume dellEpistolario illuminano un periodo della vita di Nietzsche fecondo e drammatico. Dopo le dimissioni dallUniversità di Basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di fugitivus errans verso il Sud, nella ricerca ossessiva della «luminosità di un cielo sereno» la sola condizione climatica in cui gli sembri di poter vivere e lavorare. Ma tra il 1880 e il 1881 domina unatroce sofferenza fisica: Nietzsche si sente «come un animale alla tortura», sottoposto a una tensione quasi insostenibile. Il rimedio è l«assoluta solitudine, non per capriccio, bensì come condizione nella quale forse riuscirò a sopravvivere ancora un paio danni», ed è in questa fase di estremo malessere che nascono opere come Aurora e La gaia scienza, le quali assumono il significato di «saturnali di uno spirito ... invaso dalla speranza, dalla speranza di salute, dallebbrezza della convalescenza». Lincontro con Lou von Salomé nella primavera del 1882 e i progetti di lavoro in comune con la giovane russa e Paul Rée trasmettono così al filosofo una energia e una vitalità nuove, che tuttavia serviranno solo a rendere ancora più devastante la delusione, giacché con la fine burrascosa del sodalizio svanirà per sempre «la speranza di avere incontrato un essere affine». Oltre a decretare la rottura con Lou e Paul, le lettere di questo periodo denunciano il ruolo nefasto svolto dalla sorella, cui vengono indirizzate le frasi forse più aspre che Nietzsche abbia mai pronunciato. La composizione dello Zarathustra apparirà allora lesercizio di arte alchemica capace di «trasformare in oro il fango» delle esperienze vissute. Nondimeno lepistolario rivela la crescente solitudine e la dolorosa estraniazione da vecchi amici e conoscenti, mentre sullo sfondo permane lombra di Wagner, la cui morte, nel febbraio 1883, segna uno spartiacque.
«... le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come monete» (Friedrich Nietzsche).
Le lezioni sul culto greco raccolte in questo volume, che Nietzsche tenne tra il 1875 e il 1878, furono le ultime della sua carriera di docente di filologia classica a Basilea, e testimoniano il nuovo orientamento che volle imprimere al suo studio dell'antichità greca, lontano dalle tonalità della Nascita della tragedia. Mettendo a punto un inedito metodo di ricerca storica e prendendo a bersaglio...