Non necessariamente i libri di cucina debbono essere massicci, enciclopedici e terrorizzanti per tecnicità. Questo Uovo alla kok, per esempio, è tutto lopposto: più che a quei maestosi trattati, si avvicina al tono di una conversazione fra amici, di quelle dove occasionalmente si trasmettono importanti segreti di «alta e bassa cucina». Segreti che possono riguardare linsalata come anche certi piatti esotici e inauditi. E ogni volta si tratterà di suggerire qualche accorgimento indispensabile, di quelli appunto che non si trovano nei libri. Non cè bisogno, ormai, di citare Lévi-Strauss per far riconoscere che la cucina è un prezioso elemento della civiltà, dalle innumerevoli ramificazioni. La cucina prosegue naturalmente nei luoghi (ristoranti, bettole, caffè), nelle maniere (il servizio, gli usi a tavola, gli effetti, afrodisiaci e non), nellimmaginazione (testimonianze ovunque nella letteratura). E ci si potrà persino spingere ad affermare che la cucina, prima di ogni altra cosa, è un sapere occulto che serve insieme al piacere e alla sopravvivenza. Aldo Buzzi ha voluto tenere insieme questo delicato groviglio: il suo libro tocca tutti questi aspetti e ci si presenta come una conversazione continuamente interrotta da ricette (mai banali e tutte sperimentabili senza troppe difficoltà), cosparsa di piccoli tocchi eccentrici e osservazioni discretamente erudite, adatte a insaporire un libro sui sapori, scandite da alcuni squisiti disegni di un maestro dellironia: Saul Steinberg. Quanto allintenzione del libro, essa come si vedrà è antica e potremmo anche dire «classica»: essere utili al lettore senza dimenticarsi di divertirlo.
Di Saul Steinberg si può dire che incarnasse un genere d’arte di cui era l’unico rappresentante, cultore e maestro, circondato da un’invisibile ed ecumenica platea di spettatori ammirati. Era come un guru che, invece di esprimersi per sentenze o trattati, mandava puntualmente indimenticabili cartoons al «New Yorker». Senza pronunciare una parola, ci mostrava un pensiero...