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Giovan Battista Marino

L’Adone

A cura di Giovanni Pozzi

Classici
1988, 2ª ediz., pp. 1389, 909, 10 disegni
isbn: 9788845903168

€ 150,00  (-5%)  € 142,50
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IN COPERTINA
Guido Cagnacci (1601-1663), Vanitas. Nelson Shanks Collection, Andalusia (Pennsylvania).
SINOSSI

Se c’è un’opera letteraria in cui il Barocco – non solo italiano, ma europeo – ha trovato il suo culmine, e quasi l’accensione ultima di tutte le sue peculiarità, è L’Adone di Giovan Battista Marino, scrittore «che le bocche unanimi della Fama (per usare un’immagine che gli fu cara) proclamarono nuovo Omero e nuovo Dante», come ricordò Borges in una pagina memorabile al Marino appunto dedicata. Le parole di Borges alludevano alla fortuna dell’Adone: questo smisurato poema erotico, dove le favole della mitologia greca e la sensibilità più moderna si fondono in una narrazione variegata, fluida e avvolgente, fu celebre ai suoi tempi, ma scarsamente letto in epoche più recenti. Oggi lo riscopriamo come uno dei capolavori della letteratura italiana, vera miniera di immagini, campo magnetico di un’intera civiltà – e ciò con tanto maggiore gusto e sicurezza se ci inoltriamo nell’imponente apparato critico che ha preparato per questa edizione uno dei maggiori italianisti viventi, Giovanni Pozzi.
L’edizione attuale dell’Adone ripresenta, riveduta e ampliata, quella milanese del 1976.
«Io ho avuto la fortuna di leggere L’Adone del Marino, in età estremamente adolescente, a diciassette o diciotto anni. È stata una lettura che probabilmente mi ha corrotto definitivamente perché mi ha dato un tale piacere leggere questa cosa dissennata, questa macchina demente, questo coacervo di versi sonori e molto spesso anche ambigui o sordidi, o vilmente corruttivi, che mi ha affascinato moltissimo» (Giorgio Manganelli).

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