Halid ha molti conti in sospeso. Dalle trincee di Sarajevo è tornato con una reputazione da eroe, un incubo ricorrente e parecchio denaro di origine poco chiara. Per sbarazzarsi della prima gli basterà una battuta di caccia con due amici dinfanzia, finita sparando con armi da guerra agli unici animali sopravvissuti nei boschi intorno al villaggio i gufi. Per non vedere più quella ragazza cadere al rallentatore, colpita a morte, sarà forse sufficiente smettere di dormire. Ma liberarsi del denaro, o moltiplicarlo ed è il denaro con cui Halid vorrebbe riscattare il suo amore di un tempo, ora ostaggio di una donna e di una storia crudele , risulta più difficile. Lunica soluzione sarà rischiare tutto in unestenuante partita a carte, fra puttane adolescenti e violinisti impazziti, contro lavversario più temibile, il re degli zingari locali. Il ritorno a casa di Halid si consuma così in tre giorni freddi, fangosi e febbrili, che in questo suo primo, straordinario libro Natasha Radojčić-Kane racconta attenendosi rigorosamente ai fatti, e lasciando che dai gesti, dalle parole e dai silenzi dei personaggi si sprigioni il fantasma di un paesaggio la Bosnia consumata dallodio, e da una guerra inesauribile molto più vicino a noi di quanto vorremmo ammettere.
Saa, la protagonista di questo straordinario romanzo autobiografico, fugge sempre. E si divincola per sottrarsi a qualcosa: ai Balcani dove è nata e di cui intravede le prime crepe, che di lì a poco si allagheranno di sangue; alla Cuba castrista, torrida e torva, dove sua madre balla troppo a lungo con Fidel; e alla sua New York dei primi tempi, fatta di luride scale antincendio,...