Negli ultimi tre mesi della sua vita, esausto, disilluso, con gli occhi fissi sulla palude di Missolungi, Byron evoca i molteplici fantasmi del suo passato. Il diario e le memorie si alternano e si intrecciano. E il poeta annota: «Nel corso della mia vita ho tenuto innumerevoli diari. Il primo fu a Harrow, quando mi ammalai di febbre, lultimo il settembre scorso, a Cefalonia. Ma è tempo chio parli da recessi del mio essere più profondi di questi pedestri e superficiali scarabocchi. Annoterò gli eventi della giornata (di solito tediosi e insignificanti), poi un asterisco (ho sempre amato gli asterischi, e in Persia una stella simboleggia il destino), e dopo questo asterisco casto e simbolico mi addentrerò nel passato, vagherò nella notte alla ricerca di recessi più profondi». A poco a poco, da questi «recessi», dove fiorisce una selva lussureggiante di storie, emerge la vita delluomo che forse più di ogni altro scrittore dellOttocento suscitò la curiosità appassionata dei suoi contemporanei e continua a suscitarla oggi. Maestro del mimetismo e della mistificazione, come ben sanno i lettori di Voci e di Gli asiatici, Frederic Prokosch naviga con perfetta naturalezza fra gli scogli di questa «falsa autobiografia». Prima ancora che dai più celebri episodi della sua vita amorosi, politici, letterari , riconosciamo qui Byron dal suo polso, dallandamento bizzoso, sfrontato delle sue associazioni, dal suo passo spedito, che lo spinge ad attraversare senza esitazione tutti i territori fra il grottesco e il sublime. Il manoscritto di Missolungi è stato pubblicato per la prima volta nel 1968.
Un americano ventiduenne bello, si desume, e di buona fibra sbarca a Beirut e si mette in viaggio. Verso dove? Verso lAsia. «Mi bastava sentire questo nome Asia perché il cuore mi battesse più in fretta». La meta è talmente vasta e indeterminata che il viaggiatore può ondeggiare, secondo i capricci del vento e delle occasioni,...
«In Voci, il mio libro di memorie, mi sono sforzato di cogliere la verità delle mie varie vittime, così come ho tentato di cogliere la fugace iridescenza delle mie farfalle. Ma, nello sforzarmi di cogliere quella verità, mi sono sorpreso a brancolare in un paesaggio di fantasmi meravigliosi, quel fregio sonnambolico di silhouettes erranti e di sfondi mutevoli che compone il nostro...