Dall’occhio di un grande fotografo per caso, ventotto istantanee – e altrettante paradossali didascalie – di un mondo nascosto, che nessun altro ha saputo vedere.
Pur essendo un mostro di intelligenza, ironia, e creatività, Ettore Sottsass non è mai riuscito a diventare un mostro sacro. Né si è mai adoperato in tal senso, come documentano questi testi. Le date indicano che siamo nel periodo, da Memphis in poi, in cui nel mondo il suo nome coincideva con una certa immagine dell’Italia. Eppure le domande che Sottsass continuava...
Comunisti, africani e barcamenosi, La ceramica delle tenebre, I container impassibili, Per ritardato arrivo dell'aeromobile, Il rituale per fare una casa sumera. Per raccontare il mondo di Ettore Sottsass, a volte basterebbero i titoli che sceglieva per i suoi – diversissimi – testi.