IN COPERTINA
Igor’ Stravinskij ritratto da Irving Penn (New York, 1948).
© irving penn, vogue / condé nast
SINOSSI

«Di recente ho visto Stravinskij... Dice: il mio Uccello di fuoco, la mia Sagra, allo stesso modo in cui un bambino dice: la mia trottola, il mio cerchio. E non è altro che questo: un bambino viziato che talvolta mette le dita nel naso della musica. O un giovane selvaggio che porta cravatte chiassose e fa il baciamano alle signore mentre pesta loro i piedi. Da vecchio sarà insopportabile, o meglio, non sopporterà nessuna musica; ma per ora è straordinario!».

Claude Debussy