IN COPERTINA
Rembrandt, Il cavaliere polacco (1655 ca ).
SINOSSI

Due opere necessariamente incompiute accompagnano la vita di Hofmannsthal e sembrano esserne il cuore: da una parte il romanzo Andrea, dall’altra La Torre, il dramma che riprende la vicenda della Vita è sogno di Calderón. Il magico viaggio veneziano fra le maschere – e l’implacabile, statico cerimoniale spagnolo: sono le due facce di quella ‘Romània’, di quello specchio latino utopico dell’Impero absburgico, che è un fantasma perennemente attivo in Hofmannsthal e quasi il «luogo del suo linguaggio», come osserva Massimo Cacciari nel lungo saggio che accompagna questa edizione: un saggio che, a partire da questo fantasma, riesce a illuminare nelle sue articolazioni più segrete e delicate tutta l’opera di Hofmannsthal. Dal 1901 fino alla morte, nel 1929, Hofmannsthal lavorò a più riprese intorno alla Torre (di cui qui pubblichiamo l’ultima versione, del 1927, con l’aggiunta in appendice degli ultimi due atti della versione del 1925) – e la storia di come quest’opera gli si trasformò fra le mani equivale a una confessione. Il significato della vicenda di Sigismund – il principe prigioniero nella Torre, come una bestia selvaggia, perché gli astri hanno indicato in lui chi rovescerà l’Ordine – viene avvicinato sempre di più, e sempre più disperatamente con gli anni, alla situazione che Hofmannsthal viveva: quella di una crisi estrema di tutta la civiltà europea. La Torre è il vero (e in certo senso l’unico) «dramma del potere» dell’età moderna: in esso una visione lucidissima, disincantata del Politico si delinea su uno sfondo di macerie, quelle stesse che, per Walter Benjamin, formavano la scena naturale del «Trauerspiel» barocco tedesco: le macerie di un Ordine che ha perduto ogni possibile legittimità, e che perciò – non potendo più raggiungere la pace vera della «harmonia mundi» – si riduce a uno strumento scordato, luogo di tutti i conflitti e di tutte le separazioni. La Dittatura, allora, sarà il tentativo di celare con l’imposizione questa mancanza di fondamento del potere. E la grande arte di Hofmannsthal si rivela nell’offrirci questo conflitto insanabile «in figure», secondo il senso benjaminiano dell’allegoria – e perciò scavalcando le viete soluzioni del dramma di idee. Queste pagine, per la loro densità e per l’audacia della concezione formale, si distaccano radicalmente da tutto il teatro esplicitamente ‘politico’ del Novecento: come adeguato contrappeso, reggono soltanto Gli ultimi giorni dell’umanità di Karl Kraus, il grande antagonista di Hofmannsthal. Entrambi questi testi diversissimi sono una messa in atto dell’«impossibile» tragico moderno, presentato appunto nella sua impossibilità.

Volumi dello stesso autore
Hugo von Hofmannsthal

Andrea o I ricongiunti

«Una superficie di racconto così pura e tersa da rendere pronunciabile il quasi impronunciabile nome di Mozart» (Giovanni Raboni).
A cura di Gabriella Bemporad
gli Adelphi, 581
2019 / pp. 153 / € 12,00  € 11,40
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Due scintillanti traduzioni landolfiane.
Traduzione di Tommaso Landolfi
Piccola Biblioteca Adelphi, 678
2015 / pp. 202 / € 12,00  € 11,40
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Piccola Biblioteca Adelphi, 678
2015 / pp. 202 / € 12,00  € 11,40
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Altre edizioni
Hugo von Hofmannsthal

Il libro degli amici

«La profondità va nascosta. Dove? Alla superficie» HUGO VON HOFMANNSTHAL   Un «paradiso di pensieri», legati per affinità e offerti in dono ad altri affini, i lettori.
A cura di Gabriella Bemporad
gli Adelphi, 100
1996 / pp. 122 / € 10,00  € 9,50
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gli Adelphi, 100
1996 / pp. 122 / € 10,00  € 9,50
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Altre edizioni
Hugo von Hofmannsthal, Richard Strauss

Epistolario

Un sodalizio artistico, spesso un’alleanza, talvolta una complicità, forse mai una vera amicizia: per oltre vent’anni Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss lavorarono insieme, quasi sempre restando lontani, l’uno in Austria, l’altro in Germania. Di questo lavoro comune, da cui nacquero opere come Elettra, Il cavaliere della rosa,...
A cura di Willi Schuh, Franco Serpa
Biblioteca Adelphi, 276
1993 / pp. 806 / € 48,00  € 45,60
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