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Pierre-P. Grassé

L’evoluzione del vivente

Materiali per una nuova teoria del trasformismo

Traduzione di Lucio Reni

Biblioteca Scientifica, 2
1979, pp. 413
isbn: 9788845903632

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SINOSSI

La dottrina darwiniana dell’evoluzione è ciò che più si avvicina a un laico «principio di fede» del mondo moderno. Ora, l’evoluzione come fatto non è più in discussione, perché abbondantemente provata. Ma ancora tutto è aperto per quanto riguarda l’interpretazione del fatto, a dispetto di una certa ortodossia neo-darwiniana, che tende a confondere i due ordini delle cose. Pierre-P. Grassé, uno dei più autorevoli zoologi e biologi viventi, ha voluto con questo libro, dopo decenni di ricerche, porre di nuovo – e per così dire con un ritorno alle origini, che coinvolge non solo Darwin ma anche il bistrattato Lamarck – il problema dell’evoluzione, criticando sottilmente numerose ipotesi «illegittime» presentate dai loro autori come fossero «certezze» e delineando, in tutta la loro enigmaticità, varie zone del processo evolutivo che attendono ancora una spiegazione adeguata. La sua intenzione è stata innanzitutto di presentare i fatti (spesso trascurati) dell’evoluzione: e già in questo ha compiuto un’opera preziosa, analizzando con magistrale acutezza i sorprendenti, ricchissimi dati della paleontologia che, ricorda Grassé, è poi la «sola vera scienza dell’evoluzione», sicché «il naturalista deve tenere sempre presente che il fatto evolutivo si manifesta a lui unicamente mediante le forme fossili». E dalla paleontologia Grassé passa alla biologia molecolare, dove la ricerca – a partire dagli anni intorno al 1970 – ha portato a novità grandiose, con la scoperta della struttura molecolare degli acidi nucleici e del codice genetico. Ma dall’indagine su questo immenso materiale Grassé vuole anche condurci ad alcuni punti fermi di una futura teoria dell’evoluzione. E qui appaiono alcune tesi che si oppongono nettamente alla ortodossia neo-darwiniana (o «ultra-darwiniana», come la chiama talvolta Grassé) e hanno aperto un dibattito attualmente in corso. Intanto: qui si nega che «le mutazioni, per numerose che siano, implichino obbligatoriamente un’evoluzione»: in altri termini, «variare è una cosa, evolvere un’altra»; Grassé critica poi radicalmente la nozione di selezione, a cui molti scienziati fanno ricorso in modo indiscriminato, senza che siano stati fatti decisivi passi avanti dai tempi di Darwin nello stabilire il suo valore evolutivo; infine in queste pagine si tenta di gettare un ponte fra biologia molecolare e paleontologia, unico modo secondo Grassé per avvicinarsi ad articolare il meccanismo dell’evoluzione, finora ignoto. E, a fondamento della sua ricerca, Grassé porrà un criterio che suona come una sfida a buona parte del pensiero scientifico di oggi: «Fare appello a un meccanismo diverso dalla mutazione e dall’aleatorietà è imperativo per tutti i sistemi che pretendono di spiegare l’evoluzione».
L’evoluzione del vivente è apparso per la prima volta nel 1973.