Lo squash e l’arte dell’elaborazione del lutto. Un esordio sorprendente.

Cosa faresti se il tuo più vecchio amico fosse un assassino, ma non ne avessi le prove?

«I suoi romanzi sono un dono, per bambini e adulti» (Brian Phillips).

«La sola scrittura di cui sia mai stata invidiosa» (Virginia Woolf).

L’odissea nera di John von Neumann, l’uomo che disegnò la mappa infernale del mondo che oggi abitiamo, nel nuovo straordinario libro di Benjamín Labatut.

Uno dei più celebri, e rapinosi, capitoli delle avventure di James Bond.

«Solo due tipi di esseri si trovano bene nel deserto: i beduini e gli dèi» (Lawrence d’Arabia).

«Venerdì santo, nell’anno in cui Ponzio Pilato non è l’unico a lavarsi le mani»: l’anno peggiore della pandemia visto da Alan Bennett.

Leigh Fermor nel suo unico romanzo – non meno appassionante dei suoi inarrivabili racconti di viaggio.

«La storia di una perdita improvvisa che spalanca davanti a un uomo qualunque il terribile, e nello stesso tempo affascinante, abisso del male» (Giancarlo De Cataldo).

«Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il fiume» (Jorge Luis Borges).

La nascita della scienza moderna in un lussureggiante intrico di storie.

Un romanzo che fin dalla prima riga prende alla gola – e non fa che stringerla sempre di più.

«Un immenso libro» (Cristina Campo).

«Ortese è in grado di colloquiare con tutto ciò che è “altro” e insieme di rappresentare il volto nascosto della femminilità, che è misteriosa fusione di anima e corpo» (Marco Belpoliti).

«Anzi io affermo – e tenterò soltanto di fornire una prima prova – che ancora oggi moltissime persone non muoiono ma vengono assassinate».

La migliore guida per avvicinarsi al Giappone.

La sola attrice capace di «far sognare il nostro sangue nelle vene».