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Glenn Gould

L’ala del turbine intelligente

Scritti sulla musica

Traduzione di Anna Bassan Levi
A cura di Tim Page

Biblioteca Adelphi, 202
1988, 4ª ediz., pp. 416
isbn: 9788845903199

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IN COPERTINA
Glenn Gould (foto CBS).
SINOSSI

Se c’è una leggenda musicale che è nata nei nostri anni, è quella di Glenn Gould. Questo pianista apparve fin dall’inizio nel segno di una novità radicale, che sconcertò molti e incontrò anche opposizione, finché i più si arresero all’ammirazione. Chiunque abbia ascoltato qualche incisione di Gould ha capito che qui si pretendeva una perfezione quanto mai azzardata dal suono dello strumento. Una perfezione che investe la natura dello strumento stesso, come se dietro tutta la letteratura pianistica si lasciasse intravedere la nervatura dell’idea musicale, come se un costante color «grigio ferro», un colore dietro il colore, compenetrasse il suono. Così, in quel suono, si percepisce una concezione idiosincratica, altamente complessa ed esigente, della musica. Leggendo questi scritti, che formano una vera storia della musica secondo Glenn Gould, si potrà constatare da quale rigoroso esercizio della mente e delle dita (se ricordiamo che «ascesi» significa in origine «esercizio») sia nata quella realtà che si intuisce all’ascolto. Oltre che un pianista, Gould è stato un modo inedito di pensare la musica. Ciò che Gould dice di Bach o di Schoenberg, di Richard Strauss o di Beethoven, di Wagner o di Musorgskij, di Mozart o di Boulez, è sempre di un’affilatezza e di un’acutezza che obbligano a rimettere in questione ogni volta le nostre inclinazioni, tanto che Leonard Bernstein ha definito questi scritti «una lunga serie di deliziosi e provocanti shock». Pieno di paradossi nello scrivere come nel suonare, Gould rivela in queste pagine, oltre la musica, se stesso: non solo nella memorabile autointervista che apre il volume, ma nei numerosi a parte extra-musicali, spesso caustici e irridenti, e ogni volta connessi con quell’assolutismo etico che trovava, per lui, nella musica il suo luogo di elezione. Ascoltandolo, nelle note come nelle parole, non si può non capire come sia nata la sua leggenda. Soprattutto se ricordiamo ciò che una volta Gould stesso disse a un intervistatore: «Sa, la verità è talvolta quasi leggenda».
Il volume raccoglie scritti composti tra il 1956 e il 1978.